Polemica sulla presenza dello scrittore Maurizio De Giovanni a Salerno Letteratura, a sollevarla è stato il capogruppo del movimento "La nostra Libertà", l'avvocato Antonio Cammarota, che ha scritto una lettera al Sindaco Vincenzo Napoli nella quale si legge: "Non entro nel merito dell’elargizione del contributo all’associazione, anche perché se ne sta occupando la Commissione Trasparenza da me presieduta. Segnalo, invece, il comportamento offensivo del de Giovanni, offensivo nei confronti della città di Salerno e dei salernitani: uno scrittore che non manca ad ogni occasione, e anche quando non c’è, di rimarcare la differenza tra Salerno e la pretesa napoletanità, tra “noi” e “loro”, in un’operazione divisiva e senza cultura, perché la diversità quando diventa differenza si chiama razzismo. C’è il rischio di una contestazione ampia, aspra, con tutto ciò che ne deriverebbe. E ne deriverebbe solo vantaggio per lo scrittore e solo fango su Salerno. Compete, dunque, pretendere il rispetto. E compete decidere della moneta pubblica, quella di tutti, che l’istituzione che Lei rappresenta gestisce ed elargisce. Revochi ad horas, ne ha ampia e dovuta motivazione, il contributo utilizzato per il De Giovanni".
La risposta di Maurizio De Giovanni non si è fatta attendere: "Mai percepito un solo centesimo, nemmeno a titolo di rimborso spese di viaggio, le decine di volte che in questi anni sono stato invitato a Salerno. Mai sostenuto diversità tra salernitani e napoletani: giusto il contrario, avendo detto con chiarezza che provo disgusto per chi, a cinquanta chilometri di distanza, invoca Vesuvio e colera essendo lo stesso popolo, con la stessa cultura. E invitando con forza, e purtroppo inutilmente, le istituzioni a esprimere riprovazione verso quei cori ottusi. Mai avuto il minimo vantaggio commerciale, i miei libri grazie a Dio non hanno ripercussioni di vendita da oltre dieci anni dalla mia attività di presentazione. Lo faccio solo perché mi piace incontrare i lettori. Sono quello che, da ultimo, si è attirato gli strali dei salottini culturali napoletani per aver ampliato alla Campania l’attività della Fondazione Premio Napoli. Mi dispiace per quella dozzina di lettrici e lettori che avrei volentieri abbracciato; ma sono stato educato a non presentarmi dove non sono gradito. Stia pure tranquillo, avvocato. I suoi soldi non mi interessano".