TOTO COMMISSARIO - Intanto è già toto nomi a Palazzo Meyer per l'arrivo della triade commissariale che gestirà il municipio per i prossimi 2 anni per “ripristinare la legalità” in ogni settore della vita pubblica ed amministrativa del comune di Scafati. In pole c'è la possibilità che resti il commissario prefettizio Vittorio Saladino arrivato dopo le dimissioni, lo scorso novembre, del primo cittadino. Possibile anche il ritorno della dottoressa Desireè d'Ovidio e dello stesso consulente del Provveditorato alle Opere Pubbliche, Giuseppe Rocco. Intanto il ruolo della triade che arriverà sarà innanzitutto cercare di ripristinare la legalità al Comune di Scafati sarà azzerato ogni cda e ogni settore comunale: una decisione che sarà comunque presa dalla triade commissariale che a partire da lunedì e per i prossimi due anni gestirà il comune di Scafati.
SCIOLTO PERCHE'? - Alloggi popolari affidati a pregiudicati, se non anche ad esponenti del clan, nomine di fedelissimi nelle partecipate, l'Acse in particolare, con lo scopo di affidare servizi e gestioni alle società del clan e poi promesse elettorali diventate assunzioni e nomine dirette a Palazzo Meyer: ecco cosa è uscito dal cilindro del pool anti mafia inviato dal Ministero per verificare l'attività amministrativa del comune.
Alloggi popolari - Innanzitutto nel mirino ci sono gli alloggi popolari che sarebbero stati affidati in maniera non proprio legittima ed in particolare all'interno ci sarebbero anche alcuni pregiudicati che non avevano diritto ad occupare quelle case e non solo le avevano occupate in maniera abusiva, ma non erano neanche stati mai cacciati via dagli addetti ai lavori del Comune di Scafati.
Gestione di aree cittadine con pregiudicati - Stesso discorso anche nella presenza di pregiudicati in alcune gestioni di aree cittadine affidate non solo all'Acse, ma anche allo stesso comune di Scafati. Inoltre è stata verificata la presenza non solo di personaggi vicini alla criminalità organizzata, per quanto concerne affidamenti ed appalti, ma anche proprio nomine dirette fatte a parenti oppure a persone legate ad esponenti del clan.
Pompe funebri - È stata messa in luce anche la presenza di criminalità organizzata nella gestione dei servizi cimiteriali e soprattutto degli spazi pubblicitari dedicati alle affissioni funebri che erano finite nella piena disponibilità del clan Matrone.
Una realtà denunciata anche dal dirigente Giacomo Cacchione che ha messo in luce un'altra cosa segnalata dal pool antimafia: un clima di terrore anche per il modo in cui Di Saia e il sindaco gestivano la “res pubblica”
Partecipate e società comunali, Acse, Scafati solidale e Stu – E' finita nella relazione pool antimafia anche la gestione delle partecipate comunale di in particolare l'Acse in cui dalle dichiarazioni del pentito Alfonso Loreto era emersa la presenza del vicepresidente come un uomo del clan che avrebbe dovuto svolgere un ruolo pubblico per favorire le ditte appartenenti alla criminalità organizzata. Si tratta in questo caso di Ciro Petrucci, indagato nell'ambito dell'inchiesta che squarcia il velo del legame tra politica e camorra. Stesso discorso anche per la nomina di alcuni responsabili di settori comunali legati da vincoli di parentela con esponenti della criminalità organizzata locale. Alcune di queste nomine erano state fatte in maniera diretta dal sindaco Pasquale Aliberti. Anche la gestione della società Scafati sviluppo per la reindustrializzazione dell'area ex Copmes è finita nel mirino del pool antimafia che ha verificato una gestione procedurale errata di alcuni meccanismi interni ed inoltre anche segnalato la presenza di cooperative vicino alla criminalità organizzata nella gestione sia della vigilanza che anche dell'affare sicurezza.
Gestione degli appalti - Come già segnalato dal procuratore Lembo in merito alla città di Scafati sarebbe stata evidenziata la presenza di alcune società vicine al clan dei Casalesi negli appalti comunali e quindi anche di società che addirittura erano finite nello scandalo mafia capitale. In particolare nei mesi scorsi era emersa la presenza di una ditta ed un pool di progettisti, Archicons e G&D, che avevano collaborato al progetto del polo scolastico per cui il Comune ha percepito dei fondi più Europa, ma di fatto non è stato realizzato. Era emersa anche la presenza di un architetto che aveva realizzato il bunker in cui si nascondeva Michele Zagaria, boss dei Casalesi: il professionista Domenico Nocera era stato scelto direttamente dal Comune di Scafati per effettuare dei lavori proprio in quell'area come in altri cantieri scafatesi.
GESTIONE PERSONALISTICA DEL POTERE - Una gestione personalistica del potere fatta di nomine e di incarichi dati in maniera illegittima e per cui ci sarebbe anche verificata la possibilità di voto di scambio in particolare con clientele messa in campo con l'aiuto di servizi come lo staff più Europa il piano di zona oppure il servizio civile. Verificata anche la presenza di infiltrazioni camorristiche che hanno influito attraverso palazzo Meyer, nella gestione dei parcheggi comunali ed anche in un'altra società che svolge servizi per il comune di Scafati.
DI SAIA - Uno dei perni centrali della relazione del pool antimafia che ha suggerito al Ministero degli Interni lo scioglimento del Comune di Scafati è il ruolo di Immacolata di Saia. La segretaria era presente in diversi comuni sciolti per camorra come Casapesenna, San Cipriano di Aversa, Casal di Principe, Trentola Ducenta e Battipaglia,e secondo i commissari non avrebbe rispettato il suo ruolo di garante della legalità in alcuni progetti come quello della ex Copmes ed anche del polo scolastico così come i numerosi altri appalti comunali. Ciò che viene contestato dal pool antimafia è anche una gestione allegra di tutte le procedure amministrative ed in particolare la creazione, insieme a Pasquale Aliberti di un meccanismo di potere che aveva portato alla presenza di clientelismo ed anche alla possibilità di far proliferare il voto di scambio dando una gestione personalistica diretta al Sindaco in appalti e servizi, ma anche nella gestione dei servizi sociali. Sarà la prima ad andare via, appena arriverà la triade commissariale.
IL CLIMA POLITICO - Dal 2011 ad oggi sono 63 i consigli comunali sciolti per infiltrazioni di stampo mafioso. L’ultima new entry di questo triste catalogo è il comune di Scafati. Scafati rivive quindi l'incubo dello scioglimento del marzo 1993 dopo 24 anni. Arriva la stangata dopo l'inchiesta che lo scorso 18 settembre 2015 aveva portato avvisi di garanzia all'ex sindaco Pasquale Aliberti, a suo fratello Nello, la moglie consigliere regionale di Fi Monica Paolino,la segretaria comunale Immacolata Di Saia e lo staffista del sindaco Giovanni Cozzolino per i presunti legami con il clan Ridosso Loreto. La lunga inchiesta ha una ventina di persone indagate e potrebbe anche avere risvolti ancora più duri a breve. Intanto a marzo scorso era stata inviata al comune di Scafati la commissione d'accesso che per mesi ha lavorato a Palazzo Meyer: a seguito del lavoro, la commissione ha proposto lo scioglimento del municipio per infiltrazioni camorristiche. Una richiesta già formulata mesi prima dall'antimafia e poi rimandata all'analisi della commissione d'accesso. Successivamente era arrivata la richiesta di arresto per il sindaco Pasquale Aliberti, su cui il giudice si è espresso favorevolmente condannandolo al carcere insieme agli esponenti del clan Ridosso Loreto. Nulla invece per suo fratello Nello Aliberti, tuttora considerato uno dei perni di questa indagine. Sulla questione si attende la decisione della Cassazione per il prossimo 7 marzo. Ora al comune di Scafati, già commissariato dopo le dimissioni del sindaco lo scorso novembre, arriverà una triade commissariale. I primi tre nodi da sciogliere: resterà il commissario Vittorio Saladino che aveva già improntato il lavoro al Comune? Chi saranno gli altri componenti della triade commissariale e poi: cosa c'è scritto e chi viene citato nella relazione che spiega i legami tra politica e camorra a Palazzo Meyer?
CURIOSITA' - Negli ultimi 5 anni sono molti in Campania i comuni sciolti per infiltrazioni camorristiche. Tra questi: Casal di Principe, Casapesenna, Gragnano, Pagani e Quarto. E' al sud che c'è più del 90% dei Comuni sciolti per mafia dal 1991 a oggi. Con il concentramento in tre Regioni: la Campania dove dal 1991, secondo i dati di Avviso Pubblico, le procedure di scioglimento sono state 98 (10 annullate), Calabria (84, di cui 8 annullate) e Sicilia (66, di cui 4 annullate). Nel consiglio comunale sciolto ora a Scafati, in maggioranza, c'era anche il figlio dell'ex sindaco Bruno Pagano, la cui amministrazione fu sciolta per camorra nel 1993 per gli affari sempre con il clan Loreto, ma in particolare, all'epoca il gruppo era guidato da Pasquale Loreto, attuale collaboratore di giustizia e padre di Alfonso Loreto, uno dei principali accusatori dell'amministrazione Aliberti di oggi. E' lui infatti il pentito che ha detto: "A Scafati il clan più potente è quello di Pasquale Aliberti".