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“Sul Puc di Roccapiemonte il Tar si pronuncia ma non scioglie i dubbi”, l' opposizione fa chiarezza e il sindaco replica

03 Luglio 2024 Author :  

I consiglieri comunali Luisa Trezza, Giuseppina Polichetti, Giovanni Adinolfi e Giuseppe Ciancio fanno chiarezza sulla vicenda. «Con sentenza n.01423/2024 pubblicata il primo luglio scorso, il Tar Campania, sezione di Salerno, ha di fatto giudicato in parte inammissibile ed in parte ha respinto il nostro ricorso. Abbiamo sottoposto al vaglio della giustizia amministrativa le nostre doglianze circa l'approvazione dello strumento urbanistico e accettiamo con serenità l’esito del giudizio. Rimane però il dato politico, importante, di un ricorso presentato per tutelare i diritti di tutti i cittadini di Roccapiemonte. Un Puc che resta, a nostro avviso, un grande pasticcio, senza alcuna visione di sviluppo per il paese. Tuttavia occorre fare alcune precisazioni, soprattutto alla luce delle notizie false fatte circolare dal sindaco, il cui intento è solo quello di screditare l'opposizione ma, purtroppo per lui, anche su questo i risultati sono assai scarsi.

1) Il ricorso presentato non ha provocato alcun danno economico all'Ente. Mentre i consiglieri di minoranza si sono autotassati ed hanno pagato di tasca propria il ricorso, il sindaco e la sua giunta hanno pensato bene di nominare un legale esterno, nonostante ve ne fosse uno interno in convenzione, pagandolo ben 7000 euro. Il sindaco accusa la minoranza ma è lui a sperperare danaro pubblico ed a provocare un danno erariale all'Ente. Piuttosto che dire bugie si preoccupasse di far spegnere le luci accese di giorno da due anni, questo è un danno economico al paese ed ai cittadini, o di far pagare i passi carrabili ed i permessi per la cartellonistica pubblicitaria. Il sindaco dice bene, c'è stato un danno erariale, ma lo ha provocato lui. Inoltre vale la pena sottolineare che il Tar ha ritenuto di compensare le spese di giudizio, non "condannando" i ricorrenti soccombenti, cioè noi, ad ulteriori spese.

2) Roccapiemonte aspettava il Puc da 50 anni: un'altra grande bugia di Pagano. Il sindaco non sa neppure quello che dice e ve lo dimostriamo. Il territorio di Roccapiemonte aveva un Piano Regolatore approvato dal 1982, la legge che introduce il PUC nasce solo nel 2004. Capirete che i 50 anni di attesa di cui parla il sindaco non esistono ma che sono al massimo 20, ma c'è dell'altro. Pagano dimentica o fa finta di dimenticare che in questi 20 anni, ben 15 hanno visto la famiglia Pagano al governo di Roccapiemonte, quindi, quando parla di ritardi, evidentemente fa autocritica e fa benissimo! Inoltre sempre il sindaco Carmine Pagano nel suo primo mandato (2017 /2022) si ricorda del Puc solo a fine 2020, evidentemente non c'era tutta questa fretta ed ora addebita a noi opposizione un ritardo, udite bene, di ben 6 mesi. La perdita di tempo, inoltre, poteva essere evitata perchè il Comune poteva tranquillamente operare visto che non c'è stata nessuna sospensione preventiva dell'atto da parte del 

Tar. Insomma, solo bugie su bugie, ma tutte con le gambe corte! Tutto ciò è davvero imbarazzante, sia sotto il profilo politico che umano. 3) Il Tar ha sconfessato l'opposizione: un'altra falsità! Il Tar non è entrato nel merito, soprattutto sulla incompatibilità di sindaco e assessore in quanto entrambi proprietari di terreni che da agricoli sono stati trasformati in edificabili, così come si evince dalle visure catastali e dalla perizia tecnica. Non può passare il messaggio che tutto ciò sia moralmente ed eticamente lecito. A nostro avviso, dunque, tutti i dubbi sulla incompatibilità restano e sono tutti documentati. Sul Puc di Roccapiemonte, a nostro avviso, ci sono pesanti incongruenze che, evidentemente, dovranno essere affrontate e chiarite in altre sedi» -hanno concluso i consiglieri comunali Luisa Trezza, Giuseppina Polichetti, Giovanni Adinolfi e Giuseppe Ciancio.

La replica del sindaco Carmine Pagano e dell' assessore Anna Bruno 

I Consiglieri di Minoranza non sanno più a cosa aggrapparsi. Sono arrivati addirittura ad impartire al TAR lezioni su come avrebbe dovuto decidere. Anche se la verità è dura da ammettere, è questa:
1) certamente il Comune ha dovuto difendersi in giudizio contro il ricorso proposto dai Consiglieri di Minoranza. Lo ha fatto in modo responsabile affidandosi ad un legale con specifica competenza in materia di pianificazione generale, non avendone in dotazione data anche la rarità di questo tipo di contenzioso;
2) da 40, 30, 20, anni il PUC era atteso a Roccapiemonte ed ora c'è. Il risultato parla da sé. Un Puc al vaglio dell'autorità giudiziaria è chiaro che non può essere portato in attuazione senza riserve.
3) il TAR ha dichiarato inammissibili solo le censure di ricorso che riguardavano il dimensionamento alla base del Puc.
Tutte le altre censure di ricorso sono state dichiarare infondate come si legge nel dispositivo della sentenza e quindi rigettate. Ora, i Consiglieri di Minoranza fingono di non sapere (almeno si spera per loro) che, quando un Giudice dichiara un motivo infondato e lo rigetta è proprio perché lo ha esaminato nel merito! Ed ecco che la censura relativa alle presunte incompatibilità è stata rigettata per infondatezza non essendo riusciti i Consiglieri di Minoranza a darne la prova in giudizio, tanto è vero che la predetta censura è stata definita dal TAR generica, ellittica ed esplorativa, laddove, in gergo, il termine "esplorativo" è proprio significativo della carenza di prove a sostegno.
Del resto, in senso contrario, il Comune aveva depositato in giudizio ampia relazione tecnica che smentiva tutto in modo incontestabile. I Consiglieri sul punto non sono nemmeno riusciti a dare la prova di resistenza e cioè a dimostrare che senza il voto dei Consiglieri che a loro dire avrebbero dovuto astenersi il Puc non sarebbe stato approvato.
Morale della favola: ci auguriamo che i Consiglieri di Minoranza abbiano sufficiente dignità per rimanere in silenzio, una volta tanto non guasta. Anziché mettere in atto ancora condotte ai limiti della calunnia, facessero appello se ci credono!

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